Rotonda

Rotonda è situata ad un'altitudine di 580 m s.l.m.all'estremità meridionale dellaprovincia di Potenza, al confine con la Calabria. Confina a nord e ad est con il comune diViggianello, a sud con Morano Calabro(CS) e Mormanno(CS), e ad ovest conLaino Castello (CS) e Laino Borgo (CS). Si trova nel cuore del Parco nazionale del Pollino, nella valle del Mercure, e comprende nel suo territorio montagne che arrivano ad un'altitudine massima di 1919 m s.l.m.. Fa parte dellaComunità montana Lagonegrese. La valle in cui è situata Rotonda appartiene all'eramesozoica e neozoica. Avanti a tali epoche in era quaternaria la valle era un antico lago pleistocene e quando le acque cominciarono a ritirarsi, defluendo verso il mare, si formò l'attuale valle del Mercure. Il centro storico di Rotonda sorge su uno scoglio calcareo che faceva parte dell'antico lago, che si creò in seguito all'erosione.
Il clima è asciutto, l'aria dolce e salubre, d'inverno la temperatura scende sotto lo zero, anche se non comporta abbondanti nevicate in paese, pur essendo circondato da monti innevati durante tutto l'inverno. Il vento di Libeccio provoca un'alta piovosità nel periodo da ottobre a febbraio, invece da giugno ad agosto si può godere di un ottimo clima dove la piovosità è minima. La posizione nella valle del Mercure non rende Rotonda soggetta ad umidità perenni e nebbie sciroccali intense, che al contrario invadono la vallata.
Anche se ormai a causa della caccia e del disboscamento, la fauna è diminuita, questa è composta da riccifainevolpiscoiattoli elepri. Sono presenti, anche se più in zone estreme del paese, lupi e cinghiali, che in rari casi si sono addentrati nei centri abitati. Il resto della fauna è composta da animali di comune allevamento come boviniovinicaprinisuini ed equini. Anche se il disboscamento ne ha diminuito il numero i faggi costituiscono la maggior formazione forestale di Rotonda, che si va ad unire ad altre piante come lequerce, i càrpini, i castagneti, ed i cerri.

A Rotonda è presente il Museo paleontologico e naturalistico del Pollino, il quale ospita i resti di un Elephas antiquus italicus e di un Hippopotamus antiquus, entrambi ritrovati in località Calorie. Il primo fu trovato casualmente nel 1982 durante degli scavi, l'esemplare risalirebbe al Pleistocene medio-superiore, dunque fra i 400 000 e i 700 000 anni fa. L'esemplare è alto 4 metri e lungo 6 comprese le zanne, le quali da sole misurano 2,70 metri. Il secondo reperto ritrovato, ovvero l'Hippopotamus antiquus, fu scoperto solo nel 2006, durante gli scavi che ormai vanno avanti dal 1982. L'attuale sede del museo si trova in via Roma nell'edificio delle ex scuole elementari appositamente ristrutturato. Il 24 aprile 2009 è stato donato al comune, un plastico ferroviario del modellista milanese Giordano Taverna, scomparso nel 1999. Il plastico che è conservato nel Museo, è stato messo in funzione e automatizzato, ricreando un'ambientazione simile a quella del Parco nazionale del Pollino.


La festa di Sant'Antonio.
L'origine di questa festività ha radici nel XIII secolo, dove si narra che il santo passò per Rotonda e fece sosta nei boschi del Pollino, più precisamente in località Marolo, accampandosi sotto un abete.
Diversi anni dopo nello stesso punto un bovaro, che stava pascolando i suoi buoi, inciampò e cadde in un burrone, la tradizione vuole che il bovaro invocò il santo che gli apparve e lo salvò. Una volta fatto ritorno a casa raccontò l'accaduto in paese, e per rendere omaggio al santo per il miracolo, cominciarono a recarsi annualmente in quel posto per abbattere un abete e offrirlo in onore del Santo protettore. Da allora questa tradizione è ancora viva tutt'oggi.
I festeggiamenti sia dal lato religioso che da quello civile hanno una durata di circa 15 giorni ma raggiunge il suo apice fra l'8 e il 13 giugno, giorno quest'ultimo dedicato al santo. La finalità di questo rito è il "matrimonio arboreo" tra la punta di un abete "a rocca" e un enorme faggio "a pitu" (che in origine era anch'esso un abete, infatti il dialetto ne conserva il nome). Questo matrimonio sta a simboleggiare la conseguente fecondità.
Nella notte tra l'8 e il 9 i componenti del gruppo della "rocca" chiamati i "roccaioli" si ritrovano in località Santa maria, presso il santuario della Madonna della Consolazione, dove partono per recarsi verso i boschi del Parco nazionale del Pollino. L'abete che diventerà "a rocca" viene scelto in precedenza la seconda domenica di maggio, e una volta tagliato viene portato in località "Vacquarro" dove vi rimane fino a quando non avviene il matrimonio con il faggio "a pitu". Contemporaneamente l'altro gruppo "i pitaioli" si recano nelle vicinanze di piano Pedarreto (nel cuore del parco nazionale a quota 1350 m s.l.m.) dove si trova il faggio, anch'esso già scelto in precedenza la prima domenica di maggio, e dove la mattina del 9 viene abbattuto pulito dai rami, dalla corteccia e squadrato.
L'evento successivo si svolge l'11 giugno dove "a pitu" viene trainata da "13 paricchi", ovvero 13 coppie di buoi ed aiutata negli spostamenti dai "pannulari" (la "pannula" è un ramo di faggio lavorato in modo tale per favorire gli spostamenti della "pitu" quando viene trainata dai buoi) fino a Piano Pedarreto dove si unisce alla "rocca". Da qui dopo la messa, che viene celebrata ai piedi della statua del santo, situata su piano Pedarreto, inizia il corteo arboreo, dove ad accompagnare "a pitu" e "a rocca" si aggiungono "i porfiche", alcune decine di faggi più piccoli sfrondati e lisciati, trasportati da un solo "paricchio" ciascuno.
Il percorso[14] del corteo arboreo, che porta verso il paese, è lungo circa 9 km, ed è accompagnato da canti, balli e bevute di buon vino con altre vettovaglie. Il corteo si ferma durante la serata dell'11 in località "Puzzicelli", dove i componenti dei vari gruppi ("pitu", "rocca" e "porfiche") si fermano per la notte.
Il mattino successivo si riprende il corteo, che nel pomeriggio si incontra con le autorità locali in località Santa Maria, e da lì tutti insieme si raggiunge la piazza del paese che è gremita di gente in attesa del corteo. Una volta arrivato in piazza e dopo il discorso del parroco e del sindaco, "a pitu" viene innalzata a spalla, dove sull'enorme albero cammina "u Capurale da pitu", viene rimessa per terra e portata davanti al comune dove passa la notte.
La mattina del 13 avviene l'ultimo atto di questa intensissima festa, dove viene innalzato[15] l'albero a fianco al comune, posto nel quale rimane fino al primo sabato di maggio.



Eventi [modifica]



Prodotti tipici [modifica]